Permacultura significato
Una volta prese in considerazione le piante che si vogliono inserire nella nostra food forest, prima di passare alla realizzazione dovremo pensare a una progettazione dettagliata, per ottimizzare l’inserimento delle essenze studiandone le varietà, il numero, il posizionamento, l’epoca d’impianto,…
Mi spiace essermi espresso male parlando di autoproduzione facendo intendere che le piante in Food Forest si autoproducano https://permaculturaitalia.net/. In realtà volevo indicare la produzione per l’autoconsumo famigliare e non destinato alla vendita per ricavarne un reddito, come avviene nelle coltivazioni convenzionali. Per questo motivo prediligiamo le varietà antiche, tipo quelle che un tempo si trovavano in mezzo ai campi e che non richiedevano cure particolari, né potature né trattamenti, che producevano frutti a volte disformi, con una maturazione scalare che permetteva ai contadini di usufruirne per un lungo periodo. Queste caratteristiche non sono chiaramente quelle che si ritrovano o sarebbero proponibili nelle moderne coltivazioni da reddito. Oggigiorno ci sono molti vivai che si sono attrezzati per recuperare quelle varietà dimenticate per noi interessanti.
Fortunatamente da una ventina d’anni si cerca di recuperare queste antiche varietà, prelevando le marze da innestare e propagando nei vivai che hanno compreso le potenzialità economiche di vendita di tale materiale vegetale.
Nella storia dell’agricoltura, la consociazione di diverse specie vegetali è stata praticata per migliaia di anni. In passato era normale vedere campi circondati da alberi, da frutto e da legna, sui quali tradizionalmente si arrampicava la vite e ai piedi dei quali venivano coltivati ortaggi. Oppure vigneti con coltivazione di diversi ortaggi nell’interfilare, piante di carciofi all’inizio dei filari, aromatiche e fiori nel dintorno e alberi da frutto lungo il filare.
Sempre relativamente alle colture arboree da frutto, era doverosa la precisazione affinchè il discorso possa esser ben compreso anche dai non addetti ai lavori ma da tutte le persone interessate e appassionate all’argomento.
Permacultura significato
Il concetto di Permanent agriculture fu coniato nel 1911 da Franklin Hiram King nel suo libro Farmers of Forty Centuries: Or Permanent Agriculture in China, Korea and Japan. Qui Hiram lo definisce come un sistema agricolo che si può sostenere per un tempo illimitato. Altri fattori che influenzarono la stesura del primo modello teorico della permacultura furono i lavori di Stewart Brand sui sistemi, l’esperienza dell’agricoltore Sepp Holzer, che per primo mise in pratica un metodo di agricoltura ecologica per coltivare in Austria, a 130 km a sud di Salisburgo, ad alta quota (1000 – 1500 m sul livello del mare) e l’esperienza del pioniere dei metodi di agricoltura naturale Masanobu Fukuoka e il suo libro La rivoluzione del filo di paglia.
Ogni tipo di energia va calcolata e progettata, in modo che il consumo energetico sia sempre proporzionale al risultato e non si sprechino risorse utili per ottenere un eccesso di surplus, non solo superfluo ma anche minaccioso per l’equilibrio stesso del sistema.
Il concetto di Permanent agriculture fu coniato nel 1911 da Franklin Hiram King nel suo libro Farmers of Forty Centuries: Or Permanent Agriculture in China, Korea and Japan. Qui Hiram lo definisce come un sistema agricolo che si può sostenere per un tempo illimitato. Altri fattori che influenzarono la stesura del primo modello teorico della permacultura furono i lavori di Stewart Brand sui sistemi, l’esperienza dell’agricoltore Sepp Holzer, che per primo mise in pratica un metodo di agricoltura ecologica per coltivare in Austria, a 130 km a sud di Salisburgo, ad alta quota (1000 – 1500 m sul livello del mare) e l’esperienza del pioniere dei metodi di agricoltura naturale Masanobu Fukuoka e il suo libro La rivoluzione del filo di paglia.
Ogni tipo di energia va calcolata e progettata, in modo che il consumo energetico sia sempre proporzionale al risultato e non si sprechino risorse utili per ottenere un eccesso di surplus, non solo superfluo ma anche minaccioso per l’equilibrio stesso del sistema.
Quando mi sono avvicinato a questa disciplina, all’inizio degli anni 2000, avrei desiderato trovare informazioni in italiano alla portata di tutti, tecniche ma semplici. Questo è ciò che vorrei fare: dare strumenti utili per imparare e migliorarsi e offrire l’opportunità di osservare il mondo da un diverso punto di vista. Iniziamo ora con voi che leggete e io che scrivo, ma sono convinto che verranno occasioni preziose per dialogare e ascoltarci a vicenda.
In permacultura si cerca di sfruttare tutte le caratteristiche di un territorio. Per far ciò, in fase di progettazione è necessario identificare ogni possibile risorsa procurandosi mappe del terreno, dati relativi ai venti, precipitazioni atmosferiche, inondazioni e incendi, e gli elenchi delle specie animali e vegetali caratteristiche. È fondamentale anche l’osservazione dei cambiamenti del sito nelle stagioni. Nonostante la permacultura sia attenta soprattutto alle risorse interne al sito, riconosce il ruolo fondamentale della raccolta di informazioni sulle opportunità esterne. Sono considerate potenziali risorse esterne attività che producono prodotti di scarto a noi utili, ad esempio segherie, maneggi, aziende vinicole, altri servizi utili come scuole o mercati.
Permacultura italia
Numerosi, come potrete immaginare, i vantaggi della permacultura: primo fra tutti la sostenibilità ambientale, promossa attraverso l’uso di risorse rinnovabili e la riduzione l’impatto negativo sull’ambiente. Evitando l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, tale approccio all’agricoltura contribuisce a mantenere la biodiversità e a proteggere il suolo e le falde acquifere.
La permacultura è stata criticata in quanto scarsamente definita e non scientifica. I critici hanno spinto per fare meno affidamento sugli aneddoti e sull’estrapolazione da ecologico, a favore della ricerca sottoposta a peer review per comprovare le affermazioni sulla produttività e chiarire la metodologia. Peter Harper del Centre for Alternative Technology suggerisce che la maggior parte di ciò che passa per permacultura non ha alcuna rilevanza per i problemi reali. Harper nota che gli agricoltori biologici britannici sono “imbarazzati o apertamente deridenti” nei confronti della permacultura, mentre l’esperto di permacultura Robert Kourik ha scoperto che i presunti vantaggi di “un giardinaggio con meno o nessun lavoro, rendimenti abbondanti e il morbido bagliore confuso di sapere che il giardino… vivrà senza di te” erano spesso illusorie. Harper ha scoperto che “molte permaculture” si basano su idee che vanno dalle tecniche pratiche di coltivazione alle “stronzate… nient’altro che affascinanti grazie culturali”.
Nella maggior parte dei progetti di permacultura gli animali svolgono più di una funzione e si integrano con gli altri elementi. Uno dei concetti più usati è ad esempio il trattore di galline, ovvero lasciar razzolare libero o in apposite strutture mobili il pollame per mantenere la vegetazione ad un livello basso. Esiste anche una permacultura vegana che non fa uso di allevamenti animali, tra i fondamenti etici questa corrente aggiunge anche la “cura per gli animali”.
Numerosi, come potrete immaginare, i vantaggi della permacultura: primo fra tutti la sostenibilità ambientale, promossa attraverso l’uso di risorse rinnovabili e la riduzione l’impatto negativo sull’ambiente. Evitando l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, tale approccio all’agricoltura contribuisce a mantenere la biodiversità e a proteggere il suolo e le falde acquifere.
La permacultura è stata criticata in quanto scarsamente definita e non scientifica. I critici hanno spinto per fare meno affidamento sugli aneddoti e sull’estrapolazione da ecologico, a favore della ricerca sottoposta a peer review per comprovare le affermazioni sulla produttività e chiarire la metodologia. Peter Harper del Centre for Alternative Technology suggerisce che la maggior parte di ciò che passa per permacultura non ha alcuna rilevanza per i problemi reali. Harper nota che gli agricoltori biologici britannici sono “imbarazzati o apertamente deridenti” nei confronti della permacultura, mentre l’esperto di permacultura Robert Kourik ha scoperto che i presunti vantaggi di “un giardinaggio con meno o nessun lavoro, rendimenti abbondanti e il morbido bagliore confuso di sapere che il giardino… vivrà senza di te” erano spesso illusorie. Harper ha scoperto che “molte permaculture” si basano su idee che vanno dalle tecniche pratiche di coltivazione alle “stronzate… nient’altro che affascinanti grazie culturali”.
Nella maggior parte dei progetti di permacultura gli animali svolgono più di una funzione e si integrano con gli altri elementi. Uno dei concetti più usati è ad esempio il trattore di galline, ovvero lasciar razzolare libero o in apposite strutture mobili il pollame per mantenere la vegetazione ad un livello basso. Esiste anche una permacultura vegana che non fa uso di allevamenti animali, tra i fondamenti etici questa corrente aggiunge anche la “cura per gli animali”.